La famiglia non è una base sicura solo per i figli ma anche per i genitori.
La creazione di un nucleo familiare rappresenta un momento particolarmente importante e soprattutto è una reale fonte di cambiamento nella vita di ogni persona…Tralasciamo le solite frasi retoriche per cui sposarsi e quindi creare una famiglia, rappresenta la tomba di un rapporto; che avere dei figli vuol dire intaccare inesorabilmente il legame di coppia; soffermiamoci invece su ciò che di positivo e meravigliosamente sorprendente può comprendere il concetto di famiglia.
Sposarsi è un passo importante e si sa che comporta molti cambiamenti; diciamocelo pure: a meno che non ci sia stata un convivenza precedente, quando si diventa marito e moglie bisogna imparare a condividere con una persona tutto: gli spazi, le decisioni, il tempo, le famiglie d’origine, i problemi quotidiani e quelli di lavoro, le amicizie, i campionati di calcio, lo shopping, le suocere e i suoceri… insomma una roba mica da poco ma adesso abbiamo la “nostra famiglia”.
Cercando la parola “famiglia” in un qualunque dizionario d’italiano, troviamo: “ Insieme di persone unite da un rapporto di parentela o affinità, specialmente il nucleo sociale formato dal padre, dalla madre e dai figli e che costituisce l’unità di base della società”. La famiglia è quindi l’unità di base della società e lo è da millenni perché fin dall’arrivo dell’uomo sulla Terra, questi ha sentito la naturale esigenza di creare intorno a se un nucleo di persone con le quali condividere la propria esistenza. Ma la domanda che dovremmo porci è “ Come mai vogliamo, quasi tutti, costruire una famiglia??”. Anche qui, evitiamo le risposte scontate e cerchiamo di andare più a fondo!
Qualcuno vi ha mai fatto l’esempio degli stecchi di legno?? A me è stato fatto da mia nonna quando ero molto piccola ma è stato davvero illuminante.
Ricordo che dovevo fare un tema per la scuola sulla famiglia ma non riuscivo a mettere insieme le idee che avevo in testa così andai da mia nonna e le chiesi aiuto e lei semplicemente prese degli stecchi di legno, quelli lunghi per gli spiedini per intenderci, e prima ne prese uno e lo ruppe facilmente e poi ne prese tanti e provò a fare la stessa cosa ma stavolta non ci riuscì. Non mi spiegò nulla, non disse neanche una parola se non: “Quando si è da soli, la vita ci può spezzare facilmente”. Capii quello che voleva dire, ed era vero perché la mia famiglia anche in senso più allargato ha superato prove difficili ma lo ha fatto sempre restando unita. Il senso della famiglia dal mio punto di vista è proprio questo: un porto sicuro! Un porto che ci si crea e nel quale tornare a fine giornata per condividere le esperienze vissute, un porto in cui aspettarsi un abbraccio quando si attraversa un momento di sconforto, un porto nel quale rivedere se stessi e la propria fatica, un porto nel quale crescere i propri figli senza paura.
All’università tra i vari psicologi e pedagogisti di cui studiai, ce ne fu uno che mi colpì molto e fu Bowlby, lui che parlava della teoria dell’attaccamento e del concetto di “base sicura”. Nella teoria dell’attaccamento si riferiva ai primi anni di vita del bambino asserendo che “l’attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba”. Affermava che un bambino cresciuto all’interno di una base sicura sviluppa una personalità equilibrata e soprattutto riesce a sviluppare se stesso nel migliore dei modi, sapendo appunto di poter eventualmente riferirsi alla famiglia per un sostegno che serve a renderlo sicuro nella sua vita da adulto.
La mia idea di famiglia è proprio questa: un luogo fisico ed emotivo colmo di affetto nel quale i figli ma anche i genitori possono continuare a crescere e sviluppare la propria personalità con la certezza di non poter vacillare perché sotto i loro piedi c’è “una base sicura”.
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